Archivio per 6 marzo 2010

Incostituzionalità

Possibilissimo, e non ci avevo pensato. Trovato qui.

“Un decreto legge non può disciplinare nemmeno in via interpretativa il procedimento elettorale regionale perchè si tratta di materia di competenza esclusiva delle Regioni ai sensi del nuovo art. 117 della Costituzione”: è quanto sostiene, in una nota, l’avvocato Gianluigi Pellegrino, legale del Movimento Difesa del Cittadino. “Si tratta – aggiunge il legale – di una ragione di manifesta incostituzionalità del decreto nella parte in cui pretende di incidere sul procedimento per le elezioni regionali in corso. Che la materia del procedimento elettorale per il rinnovo dei consigli regionali, sia di competenza esclusiva del legislatore regionale lo ha già detto la Corte costituzionale sin dal 2003 (sentenza n. 196)”


E crollano le certezze

Napolitano ha sbroccato. Che tristezza.

No, no, no, no.

Ragazzi, è tutto sbagliato. Fermate tutto: bisogna cambiare praticamente ogni prima pagina dei giornali di oggi.

Le liste non sono state riammesse dal governo. Il decreto non fa questo, non lo fa. E’ un decreto di interpretazione autentica: mira ad indicare quale è l’interpretazione della legge da preferire. Non è automatico che le liste vengano riammesse: la questione è ancora nelle mani dei giudici. E anzi, urlare in questo modo è deleterio per il loro lavoro.

Se tutte le forze politiche ragionano già sul fatto compiuto, ovvero non mettono in discussione che le liste siano già state riammesse dal governo, i giudici difficilmente si prenderanno la responsabilità di decidere in maniera diversa, cosa che rimane ancora e tuttora fra le possibilità a loro disposizione. Già senza tutto questo frastuono sarebbe stata una decisione difficile: come abbiamo spiegato ieri, significherebbe mettersi con coraggio direttamente contro il governo che li minaccia in questo modo viscido; ora, con questo clima, è proprio impossibile che i giudici trovino il coraggio necessario ad agire.

E così queste urla scomposte e, peraltro, non veritiere, rischiano di andare nella direzione di aiutare chi vuole che la legge sia ammorbidita e piegata alle proprie esigenze: si sta facendo il loro gioco. Un’opposizione responsabile, a questo punto, dovrebbe scegliere di gridare ai quattro venti, si, ma urlando che la partita non è ancora chiusa – perchè così è, che il decreto è una minaccia inaccettabile e ricattatoria verso i magistrati e che il lavoro dei giudici non deve essere influenzato in questo modo: sarebbero cose vere e giuste. Tutto il resto (golpe, impeachment, manifestazioni) non risponde a verità e fa male, e fa male perchè non risponde a verità. Qui si sta abbandonando il campo prima che l’arbitro fischi la fine della gara: consiglierei maggior prudenza.

Polpetta avvelenata

Di per se un provvedimento di interpretazione autentica di una norma non è nulla di abnorme: quando c’è un pasticcio interpretativo, è abbastanza naturale che il legislatore possa far valere la sua autorità stabilendo cosa intendeva, con maggiore precisione, quando ha scritto la legge (si, decidendo ora per allora, e anche questo si può fare).

In concreto, forse, la scelta dell’interpretazione autentica è dunque una delle meno terrificanti fra quelle che si paventavano nelle ultime ore – rinvio delle elezioni, riammissioni d’ufficio, roba da quasi-golpe. Tuttavia, qualcosa da sottolineare c’è.

L’ha detto molto chiaro Maroni: i TAR, ora, potranno decidere con più serenità, sulla base delle indicazioni suggeritegli dal legislatore. In breve, il governo si sta sostanzialmente ponendo in modo quasi ricattatorio: noi vi diciamo come dovete decidere, poi, fate voi. E questo “fate voi” non può non significare che se i TAR dovessero scegliere in maniera diversa da quella suggerita dal governo – cosa che, ovviamente,  possono fare senza problemi – di certo partirebbe una campagna a tamburo battente, contro questi giudici comunisti che fanno di testa loro anche contro quello che il governo ha messo per iscritto apposta, per spiegargli come e cosa fare.

Quindi i magistrati amministrativi chiamati in causa ora sono davanti a una scelta molto pesante: o accogliere la posizione del governo, magari decidendo diversamente da quello che avrebbero deciso in assenza di una tale forzatura, o respingerla, dando il via all’ennesimo e pesantissimo conflitto istituzionale, peraltro in un momento molto delicato.

Entrambi quadretti confortanti.


D-Avanti è il Blog di Tc.
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