Ecco perché, in dieci punti.
Ieri Monica Maggioni ha concluso il dibattito fra i due candidati al ballottaggio per le primarie del Centrosinistra con un messaggio di felicità: “Mi avete fatto sentire cittadina di un paese normale”. Festa, abbracci, scintillii: il giorno dopo, è scoppiato il panico.
Mi riferisco ovviamente alla pubblicazione su quotidiani di tiratura nazionale delle istruzioni per utilizzare il sito http://www.domenicavoto.it, messo in piedi in fretta e furia dalla fondazione Big Bang di Renzi, e che consiste in null’altro che un form da riempire per inviare dati che qualcuno, un non meglio definito intermediario (lo staff di Renzi?), invierà, o saranno inviati in automatico, al competente “coordinamento provinciale” perché vagli la giustificazione del soggetto al voto per il secondo turno.
L’arrivo di questo sito ha portato scompiglio: il culmine è la presentazione, da parte di rappresentanti degli altri candidati, di un’esposto ai garanti del Partito Democratico per denunciare Matteo Renzi di irregolarità regolamentari. Basta leggere l’esposto (lo trovate qui) per capire quali sono le irregolarità che i quattro imputano a Renzi: violazione del dovere di lealtà, violazione degli obblighi economici.
La situazione è ormai deflagrata: l’esposto, i commenti di fuoco da una parte e dall’altra sui social network, il mailbombing, la satira virale, il commento del segretario, le repliche al vetriolo dallo staff di Renzi. E’ tempo di fare alcune considerazioni, in ordine sparso, su quel che sta succedendo.
- La considerazione più importante la scrivo per ultima. Se vuoi leggere solo quella, vola giù.
- Il Partito Democratico è tutt’altro che unito, coeso e sincronico come lo vorrebbe descrivere Bersani: “Ne usciremo più forti”, è il leitmotiv del segretario. Ma così non è: sono giorni, settimane che sui gruppi del Partito Democratico su Facebook la gente si scanna, per una serie di motivi che vedremo. L’arrivo di DomenicaVoto.it ha solo reso pubblico quel che in privato era evidente: le Primarie sono da un po’ diventate un congresso del Pd a cielo aperto , peraltro particolarmente cattivo nei toni, e come in tutti i congressi, si picchia duro. Qui in particolare.
- Il deferimento al comitato dei Garanti avviene con una dinamica davvero inconsueta: il presidente di quel comitato, Luigi Berlinguer, stamattina ha avuto parole di fuoco nei riguardi del comportamento di Renzi. Insomma, l’arbitro ha già parlato, e mi stupirebbe una pronuncia del comitato a favore del sindaco di Firenze (con tutto che, come vedremo, la sua colpa è tutt’altro che univoca). E ricordate che su questo blog è di casa l’incerto, parlo in maniera a-partigiana.
- Se si crea un problema sulle regole è perché le regole lasciano margine (in giuridichese, sono scarsamente determinate e tassative), insomma: sono scritte male. Ecco il comma 4 dell’articolo 14 del regolamento delle Primarie, quello che norma il ballottaggio.
“Possono altresì partecipare al voto coloro che dichiarino di essersi trovati, per cause indipendenti dalla loro volontà, nell’impossibilità di registrarsi all’Albo degli elettori entro la data del 25 novembre, e che, in due giorni compresi tra il 27/11 e il 01/12, stabiliti con delibera dal Coordinamento nazionale, sottoscrivano l’Appello pubblico in sostegno della Coalizione di centro sinistra “Italia Bene Comune” e quindi si iscrivano all’Albo degli elettori .
Questa è una regola che lascia un margine di incertezza: no, non è vero che “il corpo elettorale è quello del 25 novembre”, come ha detto Berlinguer. C’è almeno un modo per iscriversi dopo, che in questo caso è: si deve dimostrare al coordinamento provinciale di essere stati impossibilitati. Per dirla con il sito di Renzi, “scrivici che erano motivi di famiglia, poi valuterà il coordinamento e ti dovrai adattare”; così, nel dubbio, scrivo. E anzi, il sito messo su dalla Fondazione Big Bang è uno strumento utilissimo per l’applicazione della norma del regolamento (come dice Giuliano da Empoli, è stato fatto un servizio a tutti; come dice Gad Lerner, presentare un esposto significa pensare automaticamente che tutte le persone che vogliono votare solo al ballottaggio siano elettori di Renzi, il che è una stupidaggine e un autogol).
- Delle motivazioni che i ricorrenti presentano, quelle che riguardano i doveri di lealtà del candidato sono molto questionabili (ad esempio, non è affatto detto che chi si iscrive su domenicavoto.it sia per qualche motivo indotto a votare Renzi). Più pregnanti sembrano essere quelle economiche: Sindaco, chi ci ha messo i soldi?
- Come ha spiegato Linkiesta, nel regolamento per le Primarie c’è scritto che “le iniziative dei candidati devono essere olte a favorire la più ampia partecipazione dei/le cittadini/e alle primarie”: il sito della fondazione Big Bang sembra perfettamente in linea con questo spirito. Così nel merito: per quanto riguarda il metodo, però, vedi più sotto.
- Il mailbombing da parte dei Bersaniani per far saltare il sito domenicavoto.it è una mondezza, una vergogna, una reazione da bimbo invidioso. Mi viene da pensare che abbiano rosicato perché avrebbero voluto fare una cosa del genere loro, e prima: oppure, che il motivo sia quello che scriverò alla fine.
- Il metodo di Renzi (o di chi per lui) è stato scorretto: non sarebbe successo nulla se la creazione del sito fosse stata proposta al Coordinamento per le Primarie. In caso di risposta negativa, si poteva montare un bel putiferio e rivendersela politicamente: “Noi l’avevamo chiesto, loro non hanno voluto”. Così, invece, sembra una furbata da bimbo sveglio che si approfitta degli errori del bimbo invidioso: siccome c’è spazio, lo occupo. Ma in situazioni così delicate, non si fa così: si gioca corretto fino alla fine, tenendo presente che la controparte è un po’ permalosetta.
- E questa pubblicità l’avevano vista Bersani e compagnia? E questi manifesti abusivi attaccati in tutta Roma?
- Le primarie non finiscono qui: ci sono quelle per il sindaco di Roma, ci sono quelle lombarde. Se questo è il clima che si crea quando si arriva al dunque, probabilmente qualcuno chiederà che non si facciano più: e sarebbe un peccato.
- Renzi deve morire col gas. Nel senso: questo è quello che pensano da tempo moltissimi esponenti del Partito Democratico, moltissimi militanti, attivisti, il famoso zoccolo duro interno; a prescindere, comunque, sempre. Perché Renzi sta tentando di fare il più grave dei crimini all’interno del Pd: saltare la fila. Ne parlavamo, molto tempo fa, proprio a proposito di Renzi: e come dicevamo, da giorni la temperatura nei gruppi di discussione dei militanti del Pd si era portata al livello di fusione dell’acciaio, con battute sarcastiche, frasi di supponenza, piccoli segnali di epurazione interna ai danni dei supporter del sindaco: il problema è, ed è sempre stato, che come dice una sostenitrice di Renzi, il sindaco di Firenze rischiava e rischia di vincerle, queste primarie. E questo sarebbe, o sarebbe stato (fate voi) inaccettabile per le tante persone che in questi anni di cupo berlusconismo hanno smazzato in silenzio nei ranghi del Pd: oh, dallo scritto non si capiscono i toni, ma io lo dico con stima. Queste reazioni, viste da questa luce, sono del tutto naturali: è vera e propria lesa maestà; per la base bersaniana, Renzi è uno che arriva e si vuole appropriare del loro lavoro. E lo fa esplicitamente, ha pure il coraggio di chiedere la rottamazione di un’intera generazione di militanti, personaggi politici, quadri intermedi che hanno scommesso sulla sopravvivenza del Pd, sulla luce alla fine del tunnel, sul sicuro 20% sempre garantito ad un partito di centrosinistra in questo paese che li avrebbe portati da qualche parte e ripagato i loro sforzi (ripeto, spero di essere preso con sincerità: credo che sia del tutto naturale, e lo dico con stima) e la loro traversata del deserto sotto le bombe, i cannoni e le bestemmie dell’opinione pubblica. Per questo ogni tentativo di Renzi di portare più gente a votare, di insinuarsi negli spazi lasciati distrattamente liberi, di proporre un partito e un centrosinistra nuovo, in una parola: di vincere le primarie, causano una vera e propria levata di scudi: “Bello di casa, qui c’è gente che sta in fila da prima di te”. E tutto questo può essere preso come qualcosa di orribile, una ragione in più per sostenere la battaglia personale del sindaco di Firenze; oppure un dato di partenza che Renzi doveva considerare in maniera maggiore, diversa, più accorta e che alla fine lo condannerà. Questo decidetelo voi: probabilmente è entrambe le cose.
Per parte mia so due cose: che l’incerto regna ormai sovrano, e che domenica piove. E lo sappiamo tutti cosa vuol dire in termini di affluenza, e cosa voglia dire, a sua volta, una bassa affluenza per il risultato finale di queste primarie.
Foto : Giornalettismo.com
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