Archivio per febbraio 2009

pausa

Questo è il tipo di dichiarazione che si presta ad essere puntualmente smentita, ma credo che fino a domenica non scrivo niente. Devo occuparmi di un’altra cosa urgente e importante, e questo monitor, dopo gli ultimi giorni, mi sta risucchiando. Piano piano.

italia-bulgaria

Il piano è quello di riportare in vita il PLI, presentarlo alle Europee dove avrebbe ottime probabilità se non la sicurezza di fare almeno un deputato.

Cacchio, una sfida che vale una vita.
Avete seguito? Paolo Guzzanti esce dal PDL (“mignottocrazia, maggiordomocrazia”), s’imbuca al congresso del PLI con la corrente di maggioranza che vince col 70% dei delegati. Vicesegretario.

E’ il secondo congresso in tre giorni che si conclude con leader eletti con maggioranze inquietanti. Magari c’è da riflettere sullo stato complessivo della politica nel paese. Non so.

che poi

  

Che poi non sarebbe neanche strano – cade il segretario, se ne elegge uno nuovo, con un consesso, un’assemblea, uno stanzone pieno di delegati del partito. Succede, non fa scalpore. 

Solo che da noi si era giurato e messo per iscritto che si sarebbe fatto in modo diverso, con le primarie e con la partecipazione: bisognava essere diversi e migliori. Evabbè. Che vuoi che sia.

Perlomeno, la musica era buona.

amaro

Avevo ragione. Detesto aver ragione.

Non si fanno le primarie. L’assemblea sta per eleggere il nuovo segretario: Franceschini Dario. Quello che ha aperto il discorso dicendo: le colpe di Veltroni sono anche le mie, dunque ho imparato la lezione. Resto, e farò un repulisti. Poi, porterò avanti gli stessi esatti contenuti di prima.

Certo, ce lo vedo proprio: ho poca fiducia, mi dispiace. Domani Franceschini apre il direttivo e dice “chiunque, me escluso, abbia già fatto almeno cinque appuntamenti fra direzione, coordinamento, caminetti, può uscire e non tornare mai più.” Fine, questa è la frase: ma non la dirà. Oppure si? Potrebbe fare un sacco di casino ed entusiasmarci tutti. Ma io, non ci credo: ancora una volta, aspetto smentite. Dài Dario, facci vincere le Europee. Riporta i delusi all’ovile. Magari, perchè no.

Molto migliore nei contenuti il discorso di Parisi, dunque fatto ad assemblea vuota con la gente che sbafava tramezzini nelle stanze a lato, e che anzi ha chiesto di anticipare il voto perchè cosi si va a casa presto. Consenso unanime su Franceschini: eletto con larga maggioranza, vedrete. E comunque, Parisi non ha la faccia da segretario di partito.

Intanto stanno parlando i vari maggiorenti, e sembrano pazzi. Nessuno rinuncia a dire qualcosa di assolutamente inconsistente ed inutile alla discussione attuale, di cui ricordo brevemente il tema: salvare la baracca. 
Chi parla della crisi economica, chi delle piccole medie imprese, chi della laicità dello stato. Tutte cose ininfluenti oggi: a chi era richiesto, per questa volta almeno, di tacere, se non di andarsene, non mancano le parole.

Benvenuto nuovo Segretario. Facce ride.

rutelli

Bisogna anche intendersi. La democrazia è massima, ma le impressioni sono quelle che sono. Ovvero, che Rutelli e Letta non si candideranno in caso di primarie – il primo prenderebbe talmente tante botte da non vederci più, il secondo non si è ancora candidato, ma è comunque già bruciato – e tuttavia, se il prossimo Segretario del partito, quale che sia, non si alleerà con Casini, loro comunque usciranno per aderire alla Costituente di Centro: questa, è l’impressione.

Ma perchè, sarebbe una gran perdita? mi chiedo, ed è il mio primo pensiero. Poi però mi viene subito la risposta: sono anni che ce la menano con il Partito Democratico, e se sta roba ci deve essere, ci devono stare dentro pure loro; sennò, tanto valeva tenersi i DS e non fare tutto questo bordello. Se Rutelli e Letta vanno con Casini, agli occhi degli elettori, anche se non si tornerà ai vecchi simboli, sarebbe come tornarci.

Epperò un momento: se loro vogliono un’alleanza con Casini, lo dicano chiaro e tondo. Che si candidino, corrano (e perdano). Poi potranno fare la loro scelta: restare, onesta minoranza, quelli che hanno sempre detto che le alleanze si fanno al Centro e col centro di Casini, e che prima o poi avranno ragione: e in questo caso si farà una festa perchè in un grande partito gli sconfitti hanno sempre diritto di parola; oppure andare via, perchè loro comunque socialisti non ci vogliono morire – anche se, curiosamente, qualcuno di loro ci è nato – e la linea che è uscita dalle primarie è inaccettabile: e perfetto, quella è la porta e te ne sei andato tu. Solo perchè hai perso.

In sostanza la domanda è: perchè uno dovrebbe considerare il progetto chiuso, e sentirsi anche un po’ in colpa, perchè i telavevodetto non ci vogliono stare? Voi potete dirmi che il futuro del partito è con Casini: ma dovete darmi anche la possibilità di mandarvi a quel paese, senza che nessuno dei due debba considerare inaccettabile la cosa. Oppure siete altri fra quelli de “il popolo non capirebbe, è meglio che le alleanze le facciamo noi”.

Poi, che l’alleanza con Casini porti fiumane di voti, è veramente tutto da vedere. Per esempio, il mio lo toglie.  

lapidario

viva-dalema

abbiamo un problema

Attualmente il sito dell’Unità è irragiungibile. Costaaa!

intanto la gente muore

Mia nonna, cattolica un po’ retrò; un medico, madre di 2+1 figli (uno in arrivo), vota Casini; un mio amico, fascio perso. Tutti e tre, dopo aver saputo che al Senato c’è in discussione una legge clericale e fascista che, oltre a negare a un malato (anche cosciente e lucido) la possibilità di rifiutare le cure, farebbe soffrire in modo sadico e inumano i malati terminali, sono convenuti che è una legge patacca. 

Non mi stupisce. Se la cosa fosse stata spiegata bene dai mezzi d’informazione dal Tg1, probabilmente il dissenso sarebbe salito fino ad eguagliare e superare l’ondata emotiva causata da “Eluana è stata ammazzata”, grazie alla quale, sciogliendo nell’acido la dignità della vita e della morte di  E.E. (che gran cattolici), viene messa in discussione questa legge vomitevole. 

Questo blog è in piazza domani. Se non sarà troppo pigro, magari pure il blogger.

talécuc’é 01/ ‘nsemmula

talecuce Questa storia dei collaboratori inizia ad essere roba grossa. Avevo chiesto al terzo collaboratore di scrivere qualcosa della sua terra, uno degli enigmi per me più affascinanti di questo paese. Questa volta, andiamo giù.
E lei s’è fomentata. Ha coinvolto un’amica. Perchè mi dice che quando sei un’esule, raccontare è un tributo, un dovere, e un’emozione. Virginia e Serena, Talécuc’é, Sicilia.

Esiste un modo tutto siciliano di sentire il mondo.
Un microcosmo impregnato di quel sentimento di sicilianità che rappresenta la latitudine emotiva onnipresente in ogni siciliano che lascia la sua terra.
“Dicono gli atlanti che la Sicilia è un’isola e sarà vero, gli atlanti sono libri d’onore”, scriveva lo scrittore di Comiso nel suo La luce e il lutto. “Si avrebbe però voglia di dubitarne, quando si pensa che al concetto d’isola corrisponde solitamente un grumo compatto di razza e di costumi, mentre qui tutto è mischiato, cangiante, contraddittorio, come nel più composito dei continenti. Vero è che le Sicilie sono tante, non finirò di contarle” (G. Bufalino).
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segreteria balneare?

Fra l’altro se veramente Franceschini manda a casa tutti, come pare, diventa un candidato alla segreteria molto spendibile. Giovane (sic), democristiano (pare che piaccia), coraggioso (ha fatto la voce grossa). C’ha pure il ciuffo matto. Occhio.


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