Archivio per 21 gennaio 2009

retrospettiva

Non ho avuto occasione di parlare della lite Annunziata-Santoro. So che sono di vari giorni fuori, ma diciamo due cosine.

A me Santoro piace, vedo Annozero volentieri e Travaglio per me è un appuntamento.

Detto questo trovo che Santoro l’abbia fatta fuori dal vaso. Preciso che non ho visto la trasmissione, ma, in linea teorica:

1) Non ho nessun problema sull'(eventuale) fatto che la trasmissione fosse filo-palestinese. Solo che hai il dovere di argomentare, e di spiegare questa linea editoriale. Perchè siamo pro-palestina? Parliamone. “Obiettivo” non vuol dire essere “neutrale”.
2) Se qualcuno ti fa notare che sei sbilanciato da una parte, spieghi, si dialoga e poi puoi pure continuare ad essere sbilanciato, ma almeno hai fatto il tuo. Se l’Annunziata t’ha sgamato, non è che hai il diritto di fare il padreterno : ripeto, puoi pure chiarire in diretta TV ” io sono per la Palestina e quindi ho fatto il programma cosi “. Se l’Annunziata è pro-Israele invece, dialogherete e qualcosa verrà fuori.
Per assurdo se fosse successo questo, e il giorno dopo un politicante di qualche genere avesse dichiarato ” Santoro è inaccettabile, è pro-palestina “, io avrei difeso Santoro.
3) In ogni caso è proprio fuori stile accusare qualcuno che ti ha sgamato, soprattutto se è l’Annunziata, che è donna di sinistra e brava, dicevo accusarla di dire queste cose per avere un ritorno politico di qualche genere. Quella è già stata presidente Rai e ha un programma suo, che interessi dovrebbe avere? E anche se non fosse stata lei, è comunque bruttarella come cosa da dire. 

Insomma, Santoro per me ha fatto lo stronzo, cosa che si poteva evitare.

Critiche invece di merito stretto le fa Mario, in una lettera aperta che ospito, sebbene faccio chiaro di non condividerla in vari punti. 

Salve, come quasi ogni giovedì la settimana scorsa ero tra il pubblico della vostra trasmissione e non posso non porvi le mie critiche per com’è stata impostata la puntata. Secondo me è impensabile parlare di una guerra che va avanti da 60 anni senza fare prima un inquadramento storico della questione e senza provare a comprendere le ragioni dei “due schieramenti” (ammesso che sia possibile parlare di due schieramenti). Come si può non sottolineare durante la trasmissione e nel “recap” iniziale che i territori di cui stiamo parlando oggi sono quelli da cui Israele si è ritirata unilateralmente 2 anni fa, usando la forza contro i suoi stessi cittadini per mettere in pratica lo sgombero? Abbiamo assistito per 20 minuti ad un filmato di un palestinese che accusa gli Israeliani di essere nazisti che uccidono i bambini (per un episodio tutto da verificare e comunque isolato, per quanto grave) e non si sono trovati nemmeno 10 minuti per far vedere i bambini palestinesi di 5 anni che marciano facendo il passo dell’oca, fanno il saluto nazista e leggono il Mein Kampf a scuola? Era così complicato far leggere lo statuto di Hamas o riportare le dichiarazioni dei suoi leader che dicono di voler usare appositamente bambini e anziani come scudi umani?
Il livello della discussione è stato a mio avviso quindi molto basso e violento perché si è scelto di analizzare la guerra in maniera parziale e completamente irrazionale, dando libero sfogo a pulsioni di odio che rasentano il terrorismo. Ma ancora più grave è che Michele Santoro non ha provato a ricondurre la discussione su binari di razionalità, ma anzi si è completamente lasciato andare, affascinato probabilmente dalla voglia di fare casino e strillare in prima serata. Questo modo di portare avanti la trasmissione è completamente inutile ai fini di aiutare lo spettatore a ragionare, sembrava di assistere ad un processo di Biscardi in chiave palestinese. Spero che nelle prossime puntate possiate fare tesoro delle tante critiche che vi sono arrivate, e magari anche che l’atteggiamento di Santoro verso il pubblico diventi un pò più umile e aperto alla discussione visto che dopo tutto lo stipendio glielo paghiamo noi spettatori. Grazie,

Mario Mazzoli

Obama Day 04 / all stars


Mr. Obama talked, with echoes of Churchill, of the challenges of taking command of a nation beset by what he called “gathering clouds and raging storms.” As a student of past Inaugural Addresses, he knew what he needed to accomplish. He had to evoke the clarion call for national unity that Lincoln made the centerpiece of his second Inaugural Address, in 1865, married with Franklin Roosevelt’s warning that the market had been allowed to go haywire thanks to the “stubbornness” and “incompetence” of business leaders. And he needed to recall the combination of national inspiration and resoluteness against new enemies that John F. Kennedy delivered in his Inaugural Address, just over six months before Mr. Obama was born.

Il New York Times fa le pulci al discorso di Obama.


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Tommaso Caldarelli sarei io.
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